Complesso forestale regionale Alpe 2

 
ln seguito al trasferimento dei beni demaniali dallo Stato alle Regioni, il complesso forestale regionale "Alpe 2" è passato in gestione a questa Unione di Comuni. Si tratta di una superficie di 209,80 ha, localizzati nel comune di S. Godenzo, di forma rettangolare con la massima estensione in senso Est-Ovest per circa 2 km, mentre in senso Nord-Sud ha una larghezza di circa 1 km.
Il confine Nord è attestato in parte lungo il Fosso dell'Acquacheta, il limite Ovest segue per tutta la sua estensione il crinale che da Monte Peschiena verso il Fosso dell'Acquacheta. Il Complesso Demaniale è a contatto con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi per un breve tratto sul limite Nord lungo il Fosso dell'Acquacheta in località Bagnatoio, mentre il confine Est è a una distanza di circa 300 metri da quello del Parco. All'interno dell'area demaniale è presente un incluso di proprietà privata di circa 40 ettari che comprende anche i vecchi fabbricati di Centine di Sotto.

  

Alpe 2
Mappa del complesso forestale Alpe 2

 

La morfologia si presenta nell’insieme piuttosto frastagliata ed accidentata soprattutto nella porzione centrale ed occidentale, con pendenze quasi mai al di sotto del 50% e con impluvi notevolmente incisi ed incassati con tratti di sponda in verticale. I massimi valori di pendenza ed accidentalità si trovano sulle pendici Est di Monte Peschiena. Solo il settore Est si presenta a minore pendenza ed accidentalità ed in particolar modo dove insistono le vecchie aree poderali di Casa Castelli, attualmente destinate a pascolamento stagionale.
L'altitudine media varia tra gli 850 e i 900 m, con le quote minime lungo il Fosso dell'Acquacheta dove si toccano i 750 m e le quote massime sul crinale di confine Ovest di Monte Peschiena (1197 m).

 

Il territorio del complesso forestale è caratterizzato da una vegetazione composta da formazioni pure o a prevalenza di faggio con cedui invecchiati di età compresa fra 40 e 50 anni. Limitati appezzamenti sono stati sottoposti ad intervento di avviamento all'alto fusto eseguiti nell'ultimo ventennio. Al faggio si consociano in varia percentuale numerose altre latifoglie decidue mesofili quali il carpino nero, il cerro, l'orniello, il salicone, l'acero montano e l'acero campestre; solo raramente la rappresentanza di tali specie raggiunge una diffusione tale da formare formazioni miste con il faggio.
A queste specie si accompagnano anche altre a minore diffusione, o sporadiche, che tendono a localizzarsi o lungo gli impluvi o le vallecole più fresche o in aree specifiche con caratteristiche peculiari.
La conformazione morfologica dei versanti principali e l'ubicazione geografica di questa sezione conferiscono all'area un microclima notevolmente umido e fresco e quindi la possibilità di vegetare a specie particolarmente esigenti ed igrofile. Lo stesso faggio scende fino alle quote più basse, anche al di sotto dei 700 metri.


Le aree pascolive sono localizzate principalmente nella parte orientale della sezione sulle vecchie unità poderali di Casa Castelli. Altre aree di minore estensione sono localizzate nella parte centrale della sezione come resti delle aree poderali di Casa Centine di Sotto, di Pian di Corniolo e di Pian di Sambuco (ad Ovest).Gran parte di questi pascoli sono prevalentemente cespugliati causa la mancanza o sporadicità di interventi di conservazione e di miglioramento, in parte dovute anche alle notevoli difficoltà di accesso.


La scarsa accessibilità e l'assenza di rete viaria principale interna alla sezione hanno condizionato in modo rilevante l'attività gestionale e la realizzazione di interventi selvicolturali a carico dei boschi di faggio. Anche la rete viaria secondaria risulta notevolmente carente e costituita solo da qualche mulattiera e sentiero.